Villetta Sanò: occasione persa per intitolargli il suo luogo del cuore.
Il progetto di ristrutturazione della villetta in via Scuole a Torre Faro, in ricordo di Giuseppe Sanò, è il vincitore del bando Democrazia Partecipata 2022. Sono stati 371 i voti che hanno permesso alla proposta del Comitato “villetta Giuseppe Sanò” di superare “Il giardino dei nonni”, dell’associazione MenteCorpo APS.
L’esito del bando, dal punto di vista delle adesioni, è sicuramente deludente. Denota come questo tipo di democrazia non sia particolarmente diffusa, forse per mancanza di informazioni sul suo funzionamento, o forse perchè non promossa a sufficienza. Eppure si tratta di una grande opportunità che ogni anno noi cittadini abbiamo, per migliorare una piccola parte della città. Non sempre, però, i fondi finanziati dalla Regione sono stati utilizzati a pieno, con conseguente restituzione, in alcuni casi, addirittura dell’intera cifra.
Quest’anno il bando prevedeva un finanziamento di circa 113 mila euro, che saranno dunque destinati alla realizzazione di un’area giochi volta all’inclusione. Si tratta quindi di un’occasione per creare uno spazio dedicato ai bambini, in ricordo di Giuseppe Sanò, valorizzando la villetta che si trova proprio di fronte alla scuola di Torre Faro.
Una scelta diversa.
E’ vero che i bambini meritano di avere un posto all’aperto, con un vialetto agibile, un impianto elettrico a norma, delle strutture nuove e sicure, dove poter giocare liberamente. Ed è altrettanto vero che l’attuale villetta sia abbandonata a se stessa da tempo, risultando così un posto non troppo sicuro per i più piccoli. Ma se si voleva ridare valore ad un luogo di Torre Faro, da dedicare a Giuseppe Sanò, forse si poteva pensare ad un’altra soluzione. Il “Lanternino” è una zona ricca di storia, dove generazioni diverse si incontrano e i racconti dei più grandi si tramandano. Nel corso degli anni, questo luogo è stato pian piano logorato dal tempo e dall’inciviltà, privato di ciò che era suo.
Si poteva quindi puntare a riqualificare il “Lanternino” con un progetto che prevedeva la ristrutturazione della piccola lanterna, la cui funzione era quella di permettere una navigazione sicura nello Stretto di Messina e che restò attiva dal crollo del faro a seguito del terremoto del 1908, fino alla ricostruzione del 1935. Il ricollocamento dei tre “cannoni di Garibaldi”, recuperati a Torre Faro nel 2010, nel luogo in cui la storia li aveva portati, ma che ormai sono da anni esposti a Forte S. Salvatore. La realizzazione di terreno soggetto a calpestio uniforme e con decorazioni di arredo urbano. Infine lo sviluppo di un percorso di esposizione della storia del posto, dei reperti storici, arricchito da opere letterarie, come quelle della poetessa Maria Costa. Interventi volti a rendere giustizia ad un luogo storico, con tante potenzialità, ancora tutte da sfruttare.
Forse era proprio lo spiazzale del “Lanternino” che poteva veramente portare il nome di Giuseppe Sanò. Perchè era uno dei luoghi che più amava di Torre Faro, e per cui soprattutto da Consigliere si era battuto per liberarlo dalla negligenza di chi parcheggiava la macchina o la moto, per andare a fare il bagno, come fosse un posto qualunque.