Matteo Renzi, incosciente, coraggioso od “altro”?

Come ogni tanto accade, la redazione di questo Blog si diletta a fare qualche riflessione sulla politica “estera”, intendendo, con tale aggettivo, rimarcare la vocazione locale di questo contenitore che, anche se saltuariamente, ha il suo bel da fare nel trattare le questioni che più da vicino interessano le “cose del popolo”. Non che la politica interna del “Bel Paese” non interessi, ma per la semplice convinzione che se è vero come è vero che il pesce puzza dalla testa è altrettanto vero che le cose potranno cambiare solo se la gente vorrà effettivamente cambiarle, ma questo è tutto un’altro discorso che, inevitabilmente, implica altri e fondamentali aspetti della natura umana, quali la mentalità, l’onesta, la trasparenza e la dignità.
Ritornando al diletto, non si può fare a meno di riflettere sulla situazione politica che il nostro paese sta attraversando in questi ultimi giorni.
Il passaggio di consegne avvenuto tra Letta e Renzi non può che suscitare qualche perplessità sui reali motivi che hanno portato a questa “soluzione”, sotto certi aspetti criticabile per l’energia con la quale il “popolare” fiorentino aveva da sempre proclamato l’illegittimità di un governo che non fosse espressione della volontà popolare. D’altronde, la sua “legittimazione”, non essendo un deputato del nostro parlamento, discende solo da una parte dell’elettorato del suo partito che lo ha elevato a segretario.
Altrettanto vero è che il buon Renzi, con questo colpo di mano (per non dire di stato), sta correndo enormi rischi che potrebbero portarlo alla sua definitiva uscita di scena dal panorama della politica italiana. A questa prospettiva, indubbiamente, è d’obbligo una riflessione: Renzi è incosciente, coraggioso od altro?
Non sembra che Renzi possa definirsi una persona incosciente, è troppo intelligente per potere cadere in quella trappola che alcuni dei suoi avversari politici – soprattutto quelli interni al PD – gli hanno teso già da qualche tempo, ma non sembra nemmeno che Renzi possa considerarsi un coraggioso, perchè per quanto in tali occasioni si anteponga l’onore della patria – ammesso e non concesso che possa mai salvarlo – al proprio, non è detto che lui abbia intenzione di sacrificarsi, per farsi tacciare, questa volta si, da stupida incoscienza.
Allora non può che pensarsi ad altro, ovvero al paracadute che il buon Silvio gli ha fatto indossare nel momento in cui i due hanno raggiunto l’accordo sulla legge elettorale (Italicum). Il terzo incomodo, non si sa fino a che punto ignaro, ovviamente è il “traditore” Alfano che questa legge elettorale non intende votarla. Gli scenari futuri, quindi, vedranno Alfano uscire dal governo Renzi che, dopo un adeguato rimpasto, accoglierà nel suo grembo la “Banda” Berlusconi. D’altronde, il limite che il buon Renzi si prefigge è l’anno 2018, come a dire “sono la vostra ultima ancora di salvezza” o meglio “dopo di me più nessuno”.
Attenzione Renzi “chi troppo vuole nulla stringe”.
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