La storia infinita del parcheggio a raso e della ZTL a Torre Faro. Progetti, finanziamenti mai arrivati e proposte.
Come ogni anno, alle soglie dell’estate, torna in primo piano l’infinita vicenda del parcheggio a raso nell’area delle “Torri Morandi” (ex Enel) che si trova lungo la via Pozzo Giudeo di Torre Faro, progetto questo che, assieme ad altri incompiuti – come quello della strada comunale via Circuito-Marina di fuori –, è compreso nel piano particolareggiato di Capo Peloro. Un progetto che, a dire degli addetti ai lavori, avrebbe superato da tempo tutti gli esami e sarebbe provvisto di tutti i pareri favorevoli, addirittura, anche di quelli sulla valutazione d’incidenza e sulla valutazione ambientale strategica.
Ma allora, quale è il vero problema che impedisce la realizzazione di un’opera così importante per il paese di Torre Faro, costretto, nella stagione estiva, a subire i continui intasamenti del traffico veicolare? Probabilmente sarà quello della mancanza di fondi, ammesso e non concesso che un’opera di tale portata possa richiedere investimenti così importanti, da non potere essere facilmente reperiti. Vero è che ogni progetto pubblico per potere essere realizzato necessità della copertura finanziaria, ma altrettanto vero è che questa – non essendo il progetto di così grande portata – potrebbe essere facilmente reperita attingendo, ad esempio, da un capitolo – creato ad hoc – nel quale far confluire tutte le somme recuperate a seguito del pagamento delle contravvenzioni elevate per violazioni connesse alla viabilità e commesse nelle aree comunali e demaniali dell’area di Capo Peloro. Ma qui, forse, subentra un’altra problematica che è quella del controllo dell’area da parte degli organi di polizia, a dire il vero, quasi assente.
Qualcuno, addirittura, suggerisce di utilizzare finanziamenti – anche europei – che potrebbero arrivare da attività connesse alla realizzazione del suddetto progetto, come quella della necessaria predisposizione di un servizio navetta che colleghi l’area di parcheggio ai punti strategici del borgo (spiagge etc.). E’ il caso della proposta avanzata a questa redazione da un professore di robotica dell’università Bicocca di Milano – faroto di adozione – il quale propone l’installazione di un sistema di trasporto persone basato su una flotta di miniveicoli elettrici a guida autonoma a supervisione umana, come del resto se ne iniziano a vedere in molti paesi europei (greenwich uk, etc.), ma non solo. In sostanza, il supervisore controllerebbe le scelte effettuate autonomamente dal veicolo, intervenendo solo in caso di condotta reputata dallo stesso pericolosa.
Questo, prosegue il docente, è quello che già avviene nell’uso (legale) di sistemi avanzati di assistenza alla guida (cruise control, parcheggio automatico, stop&go in coda, etc.). Inoltre, il veicolo sarebbe dotato di sensoristica non solo per la guida autonoma, ma anche per monitorare il supervisore e verificare che questi stia attivamente controllando il movimento del veicolo stesso.
Questo per dire che, attraverso il finanziamento di un’attività accessoria (servizio navetta), si potrebbero reperire anche i fondi per la realizzazione del progetto principale (parcheggio a raso).
Ma allora, quale è il vero problema che impedisce la realizzazione di un’opera così importante per il paese di Torre Faro, costretto, nella stagione estiva, a subire i continui intasamenti del traffico veicolare? Probabilmente sarà quello della mancanza di fondi, ammesso e non concesso che un’opera di tale portata possa richiedere investimenti così importanti, da non potere essere facilmente reperiti. Vero è che ogni progetto pubblico per potere essere realizzato necessità della copertura finanziaria, ma altrettanto vero è che questa – non essendo il progetto di così grande portata – potrebbe essere facilmente reperita attingendo, ad esempio, da un capitolo – creato ad hoc – nel quale far confluire tutte le somme recuperate a seguito del pagamento delle contravvenzioni elevate per violazioni connesse alla viabilità e commesse nelle aree comunali e demaniali dell’area di Capo Peloro. Ma qui, forse, subentra un’altra problematica che è quella del controllo dell’area da parte degli organi di polizia, a dire il vero, quasi assente.
Qualcuno, addirittura, suggerisce di utilizzare finanziamenti – anche europei – che potrebbero arrivare da attività connesse alla realizzazione del suddetto progetto, come quella della necessaria predisposizione di un servizio navetta che colleghi l’area di parcheggio ai punti strategici del borgo (spiagge etc.). E’ il caso della proposta avanzata a questa redazione da un professore di robotica dell’università Bicocca di Milano – faroto di adozione – il quale propone l’installazione di un sistema di trasporto persone basato su una flotta di miniveicoli elettrici a guida autonoma a supervisione umana, come del resto se ne iniziano a vedere in molti paesi europei (greenwich uk, etc.), ma non solo. In sostanza, il supervisore controllerebbe le scelte effettuate autonomamente dal veicolo, intervenendo solo in caso di condotta reputata dallo stesso pericolosa.
Questo, prosegue il docente, è quello che già avviene nell’uso (legale) di sistemi avanzati di assistenza alla guida (cruise control, parcheggio automatico, stop&go in coda, etc.). Inoltre, il veicolo sarebbe dotato di sensoristica non solo per la guida autonoma, ma anche per monitorare il supervisore e verificare che questi stia attivamente controllando il movimento del veicolo stesso.
Questo per dire che, attraverso il finanziamento di un’attività accessoria (servizio navetta), si potrebbero reperire anche i fondi per la realizzazione del progetto principale (parcheggio a raso).