Gaia Dominici alle falde del Kilimangiaro

Non si tratta di un reportage di una delle tante viaggiatrici della nota trasmissione di rai tre “Alle Falde del Kilimangiaro”, ma in realtà di una ragazza, Gaia Dominici, di 28 anni che ha diverse vite alle spalle, l’ultima delle quali, di certo, la più interessante, non fosse altro che per l’ambiente in cui è vissuta e per il compagno con cui la vive. Gaia, nella vita che vive adesso, infatti, si chiama Naramatisho, che vuol dire “persona che si occupa degli altri e su cui gli altri possono contare”. Questo nome le è stato dato dai membri della comunità masai dove vive, in Kenya, assieme a suo marito Ntoyiai e alla loro bimba di 9 mesi, Lily Rose Naresiai, che significa “persona con ricchezza”. Lì, al confine con la Tanzania, in mezzo a due parchi naturali, la bella famigliola abita in un boma, l’area recintata dove si tiene il bestiame e dove sorge l’enkaji, tradizionale abitazione con tetto di foglie e struttura in legno, ricoperta di un miscuglio di sterco di mucca e fango. In quei luoghi ci si alza senza sveglia, semplicemente seguendo il ritmo naturale del sole, non c’è energia elettrica né acqua corrente. Per cucinare un braciere sul fuoco, mentre il rifornimento di acqua è garantito da un pozzo a 5 chilometri di distanza. «La vita qui è molto comunitaria. Ci si aiuta sempre a vicenda. Oggi tu, domani io», spiega Gaia. «La tradizione masai presupporrebbe differenti mansioni tra uomo e donna, ma noi rappresentiamo una diversità perché facciamo tante cose assieme». È stato sempre così, racconta, da quel colpo di fulmine la prima volta che ha incontrato Ntoyiai, nel 2014, mentre lei era lì a scattare ritratti fotografici.

Dal Corriere della Sera

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