Elezioni Europee 2014 – Impressioni di gente di strada
Quella conclusasi ieri può, certamente, considerarsi una delle campagne elettorali più abominevoli che la storia del nostro paese possa ricordare. Non a caso i leaders dei diversi partiti, in modo particolare, quelli di maggioranza, si sono dati battaglia a colpi di insulti, parolacce e sbeffeggi, dimenticando spesso il ruolo ricoperto e soprattutto di proporre soluzioni alle varie problematiche che fino ad oggi hanno impedito e/o, quantomeno, rallentato quell’Unione Europea che i Padri Fondatori avevano progettato.
Ed infatti, l’imbonitore Renzi, dal palco di piazza Signoria a Firenze, oltre a dichiarare di non volere prendere lezioni da Grillo, è in grado solo affermare che tra quelli che sono lì (in Italia) da 20 anni (Berlusconi) e chi sa dire solo vaffa (Grillo), ci sarebbero solamente loro, citando, forse inopportunamente ed ingenuamente – vista la “ricorrenza” del 23 maggio – la non beneaugurante frase conclusiva “Il futuro è cosa nostra”.
Dal palco di piazza San Giovanni a Roma, invece, l’urlatore Grillo è capace solo di proporre “processi sul web” contro politici, giornalisti e imprenditori, con conseguenti “sputi digitali”, ma solo per divertirsi un po’, mentre l’amicone Casaleggio, che non condividerebbe l’uscita dall’euro, invitava la folla ad inneggiare a Enrico Berlinguer, affinchè sentano coloro che, impropriamente, utilizzerebbero il suo nome, innalzandolo a propria bandiera.
Per Berlusconi, invece, Grillo speculerebbe, forse non a torto, sulla disperazione dei cittadini che si trovano in difficoltà, paragonandolo ad un “aspirante dittatore” – che assomiglierebbe più a Robespierre, Stalin, Pol Pot e Hitler – che non si dovrebbe prendere a ridere, ma di cui si dovrebbe avere solamente paura.
In sostanza, questa è stata la campagna elettorale per le europee condotta dai leaders dei partiti di maggioranza che, certamente, non lascia ben sperare e che, sicuramente, non incontra il favore di quella gente – non poca – che non si sente rappresentata da alcuno di essi.
E’ probabile che anche questa volta l’astensionismo la farà da padrone.