Confusione politica figlia della solita illusione

Questo, per il nostro paese, è un periodo, politicamente parlando, di stasi e di confusione. Non si riesce a comprendere a chi ci si debba affidare.
Su Berlusconi si è detto di tutto e di più, il fatto stà che è la solita infallibile macchina cattura voti che riesce a sfruttare le debolezze degli altri per attrarre consensi. Non è che lui non abbia debolezze, anzi, ma le sue rispetto a quelle degli altri sono di tutt’altro genere, argomenti questi che non interessano alla gente che, a stento, riesce ad arrivare alla fine del mese. Insomma, la tattica del cavaliere è sempre la stessa, promettere la luna sino alla morte ed aspettare il cadavere del nemico, prima o poi passerà accanto.
E che dire di Bersani reduce da un periodo di “vana gloria”, a poco a poco affievolitasi, illuminato dal fattore Renzi, uomo di spiccato carisma, che poteva veramente dare una svolta ad una sinistra, più conservatrice che mai, che non riesce a svincolarsi dal suo antico stereotipo. Non esistono solo lavoratori e sindacati – questi ultimi, per dirla alla Beppe Grillo, male non solo dello scorso ma anche di questo secolo -, l’Italia è fatta di tante altre cose che non possono non essere prese in considerazione o essere prese in considerazione in misura minore. La parte datoriale, ad esempio, è stata sempre bistrattata, oltre che tartassata, e non messa in condizioni tali da poter garantire la prosecuzione dell’impresa. Eppure, senza quella non possono esistere i lavoratori. Il riferimento, ovviamente, è alle piccole e medie imprese e non alle grandi imprese che hanno sempre ricevuto dai cittadini (vedi FIAT e da ultimo MPS) e che ora, si direbbe giustamente, attuano politiche di impresa volte alla salvaguardia della stessa a costo di diventare impopolari. Allora, la domanda sorge spontanea: è meglio subire la sorte delle piccole e medie imprese, con l’immancabile licenziamento della classe lavoratrice, o stringere la cinghia e consentire alla stessa, anche a mezzo degli ammortizzatori sociali, di sopravvivere e continuare a sperare in una ripresa dell’economia? La risposta sembra essere scontata, ma la vecchia sinistra ed i sindacati continuano a perseverare chiedendo, in pratica, il fallimento di tutto.
Passiamo all’incognita Monti (Casini, Fini e compagnia bella) ed a chiederci quale futuro, un eventuale governo presieduto dalla stesso, possa garantire agli italiani? Monti è tutto ed il contrario di tutto non solo perchè, come più volte dallo stesso dichiarato, non si sarebbe mai prestato alla politica, essendo solamente un tecnico “venuto dal cielo” per togliere l’Italia dai guai (non si comprendono quali sono gli sforzi mentali che ha dovuto sopportare per far quadrare i bilanci dello stato), ma soprattutto perchè, oggi, rinnega il suo operato, proponendo l’abolizione dell’IMU e tante altre cosucce precedentemente approvate. Se, oggi, il politico Monti ha la soluzione per sconfiggere la crisi che attanaglia il nostro paese, come mai non l’ha proposta durante il suo governo tecnico? Dopotutto, non attuando subito quelle politiche tartassanti, non avrebbe, certamente, contribuito al fallimento dell’Italia, visto che nazioni come la Grecia e la Spagna etc., con fondamentali di certo non all’altezza di quelli italiani, non l’hanno subito. I suoi estimatori (Casini, Fini etc.) sembra non si siano resi conto del grave danno politico che subiranno da questa alleanza e dalla accettazione incondizionata della cosiddetta agenda Monti. E’ chiaro che gli stessi non avranno più voce in capitolo, semmai in questi ultimi tempi l’avessero avuta, ma forse questo è il minore dei mali, visto e considerato che negli ultimi tempi – vedi elezioni in Sicilia – sono dovuti scendere a patti per poter rimanere a galla. Il problema, in particolare dell’UDC, è forse quello di non riconoscersi più come forza centrista capace di riassumere quanto di buono c’è negli opposti schieramenti (centrodestra e centrosinistra) e di non riuscire più a dare riparo agli scontenti dell’una e dell’altra parte politica. Le idee, oramai, sono di tutti e ci vuole ben altro per attirare consenso. Gli ideali che hanno ispirato i Padri della politica, oramai, sono sulla bocca di tutti, che siano di centro, di destra e/o di sinistra.
La politica che, oggi, piace è quella di coloro che parlano alla gente dei problemi della gente e Beppe Grillo ne è un classico esempio, anche se spesso viene tacciato di rappresentare l’antipolitica, di non avere uomini ed idee per governare e di essere soltanto il contenitore del voto di protesta di coloro che non credono più nella vecchia classe politica. E’ pur vero che tale concezione limitativa del fenomeno Grillo deve fare i conti con gli ultimi accadimenti che, invece, hanno dimostrato che alle parole, dette dall’ex comico in tempi non sospetti, sono seguiti i fatti, e che fatti, considerato che i deputati grillini della regione Sicilia si sono accontentati di un compenso di € 2.500,00, devolvendo la parte restante dello stesso ad un fondo creato appositamente per finanziare le piccole e medie imprese. Di certo, questa è una grande risposta data da Grillo ai suoi detrattori che, addirittura, oggi copierebbero i suoi programmi. Alla faccia della mancanza di idee. E’ pur vero che Grillo rimane e rimarrà sempre un’incognita, almeno, sino al momento in cui il movimento deciderà di aprire le porte a tutti e non solo a coloro che la pensano o che, solamente, si adeguano ai dictat della base.
In definitiva, ancora non è dato capire e tutto è in divenire, non si sà, però, nè quando nè come. La scelta sta  nell’istinto degli italiani, manca solo il riutilizzo della pietra focaia per ritornare alle origini.
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