Info point del comitato No Ponte a piazza dell’angelo

Info-point Comitato No Ponte

Martedì 11 Luglio, alle ore 18, il Comitato No Ponte Capo Peloro si troverà nella piazza dell’angelo a Torre Faro per esporre gli effetti negativi del ponte sulla città. Sarà allestita una mostra per illustrare lo sfregio paesaggistico, i rischi legati all’ambiente e l’impatto sulla viabilità. Sarà presente un info-point per sapere, tramite la particella, se la propria abitazione, attività o terreno, sarà soggetto a esproprio o servitù. Inoltre aiutando il comitato No Ponte, tramite un contributo, si otterrà un gadget.

Perché il Comitato dice No al Ponte

Il ponte non è green

Il ponte sarà una mega costruzione in acciaio e cemento, ed i suoi pilastri saranno alti quasi il doppio del Pilone di Capo Peloro. Sarà uno sfregio per il panorama mozzafiato dello stretto di Messina. Il ponte si ergerà su un territorio protetto da normative regionali, nazionali ed internazionali, per le sue risorse naturali, biodiversità ed ecosistemi. Uno sfregio anche all’articolo 9 della Costituzione Italiana, che tutela l’ambiente. Saranno messi a rischio anche il delicato equilibrio ambientale dei laghi di Torre Faro e Ganzirri e le attività di mitilicoltura da secoli praticate.

Il ponte non creerà 120 mila posti di lavoro

Dai 40 mila posti di lavoro stimati da Berlusconi si è passati ai 100 mila di Renzi, ed oggi addirittura Salvini ne conta 120 mila, ma tutto ciò senza rendere noto alcuno studio dettagliato. L’unico studio accurato è quello di Eurolink, del 2010, che parla di 4457 nuovi posti di lavoro. Sono 1871 le pagine con gli elenchi delle particelle catastali da espropriare o sottoporre a servitù, privando i cittadini di case, terreni e attività produttive.

Il ponte non è sostenibile

Tra Messina ed i comuni vicini, fino a Valdina, saranno presenti 32 aree di cantiere che incrementeranno il traffico in maniera esponenziale, causando disagi alla viabilità e rendendo l’aria irrespirabile. La costruzione di circa 40 chilometri tra le due sponde, tra svincoli, gallerie e viadotti, comporterà scavi per oltre 16 milioni di metri cubi di terra, rocce e sabbia. Si renderebbe ancora più instabile un territorio già incline a frane e dissesti.

Il ponte è un azzardo tecnico

L’ing. Mazzolani, esperto di progettazione ed ingegneria sismica, afferma che il ponte a campata unica non è tecnicamente realizzabile per un ponte lungo 3300 metri. Infatti il più lungo a campata unica non supera i 1400 metri. Anche l’ing. Remo Calzona, un tempo a favore del ponte sullo stretto, afferma l’impossibilità di costruirne uno così lungo con una sola campata. Rischierebbe deformazioni del piano viario anche a causa dell’intensità dei venti dello stretto.

Le conclusioni del Comitato No Ponte

Il no del comitato No Ponte è un no deciso ad un’opera tecnicamente non realizzabile con una campata, che avrebbe un impatto negativo sull’ambiente e sulla vita della città. Allontanerebbe Messina e Reggio Calabria ed aumenterebbe i costi di attraversamento, come nel caso del ponte di Øresund, costato 4 miliardi di euro, il cui biglietto andata/ritorno ha un prezzo di circa 110 euro per auto. Mentre il canale della Manica, costato 10 miliardi di sterline, ha un costo di attraversamento di 127 euro. Un no deciso a Salvini, che afferma che il ponte consentirà di risparmiare 14o mila tonnellate di Co2, grazie all’eliminazione dei traghetti. Tutto ciò, senza presentare uno studio dettagliato che tenga conto anche delle emissioni di CO2 derivanti dalla costruzione dell’opera. Un no ad un investimento che, invece, potrebbe essere sfruttato per potenziare l’attraversamento dello stretto, per migliorare le linee ferroviarie e gli altri collegamenti in Sicilia, ben lontani dagli standard del nord Italia, e per una miriade di altri interventi nel territorio.

Locandina Comitato No Ponte Capo Peloro

 

 

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